Clinica Legale Federico II

Formazione Clinico-Legale

Le cliniche legali, sin dalla loro primissima concezione, agli inizi del 1900, vengono attivate con la finalità di curare persone in condizioni di vulnerabilità sociale e giuridica. Secondo la ricostruzione che Richard Wilson ne propone, nel volume "The global evolution of clinical legal education. More than a method" (2019), la prima denominazione di clinica legale è quella di law dispensary, la cui funzione è di fornire assistenza morale e materiale a persone indigenti.

A partire dalla cd. riforma di Bologna degli anni 1990, le cliniche legali rientrano nel progetto della Terza Missione dell'Università e si diffondono in Europa come un percorso di responsabilizzazione e professionalizzazione degli studenti e una sfida etica e deontologica per i docenti che mettono le loro competenze al servizio di persone o gruppi di persone socialmente e legalmente vulnerabili favorendone l'accesso ai diritti e alla giustizia.

L'obiettivo è di formare gli studenti non solo dal punto di vista teorico ma anche pratico, consentendo loro di acquisire competenze e abilità, a contatto con operatori giuridici e sociali.

In quest'ottica è stata attivato nel 2017, presso il Dipartimento di Giurisprudenza, un insegnamento di Formazione clinico-legale, di cui è titolare la Prof.ssa  Flora Di Donato, con un triplice obiettivo:

1. offrire agli studenti un "laboratorio di analisi casistica" creando un ponte con istituzioni esterne: Tribunali, Commissioni territoriali, studi professionali, organismi internazionali, cooperative sociali;

2. avvalersi di collaborazioni interdisciplinari, dialogando con ricercatori di altre discipline;

3. ideare azioni di empowerment per soggetti giuridicamente vulnerabili, come richiedenti asilo, apolidi, persone con disabilità. 

Le attività clinico-legali consentono agli studenti di entrare nel vivo della redazione di decisioni giudiziali, della stesura di pareri, fornendo supporto a clienti socialmente e legalmente vulnerabili.

Esse sono annunciate in tempo reale sulla pagina Instagram 

 


Dal 2021 è attiva la Statelessness legal clinic per un'iniziativa dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite (UNHCR), che ha creato un partenariato di tre cliniche legali : Napoli Federico II, Roma Tre e l'International University College di Torino. https://www.terzamissione.unina.it/iniziative/nasce-lo-sportello-statelessness-legal-clinics/

Gli obiettivi del progetto sono:· 

  • Fornire supporto a persone apolidi o a rischio apolidia al fine di garantire loro protezione e accesso a diritti e servizi;·      
  • Favorire la ricerca e la conoscenza delle tematiche relative al fenomeno dell'apolidia;·      
  • Promuovere la formazione degli studenti e degli operatori del settore;
  • Incoraggiare il rafforzamento di una rete di accademici esperti in materia di apolidia attraverso lo scambio di buone prassi relative alla risoluzione di casi di apolidia.

Il funzionamento della statelessness legal clinic è resa possibile dal finanziamento da parte di UNHCR di 18 borse di studio annuali (6 per ogni clinica) per lo svolgimento di attività a cura degli studenti, sotto la supervisionecongiunta della prof.s sa Flora Di Donato, responsabile scientifico e dell'Avvocato Luigi Migliaccio, responsabile delle attivita di lawyering, su mandato di UNHCR.

Il lavoro dell'unità napoletana si concentra soprattutto su casi di persone apolidi provenienti dalla comunità rom di Scampia. Si veda il Video Appartenenza negata - Cliniche Legali nel percorso di identità degli apolidi

 


CASISTICA E RISULTATI OTTENUTI

I casi presi in carico dalla Statelessness legal clinic riguardano persone appartenenti alla comunità rom serbo ortodossa, originari dei paesi della ex-Jugoslavia. In particolare, trattasi di persone nate in tali Paesi e giunti in Italia in tenera età, tanto da non avere ricordo del luogo di nascita, oppure di persone nate in Italia da genitori nati in paesi della ex-Jugoslavia, con cui però non hanno più contatti. Di seguito una panoramica dei casi presi in carico:

  • Il caso di Anita: si tratta di una giovane donna rom, nata e vissuta da sempre in Italia, la cui madre risulta essere cittadina serba. Contattata la rappresentanza consolare serba a Roma, Anita non risulta cittadina serba né può essere registrata come tale perché è decorso il termine di 23 anni per procedere alla registrazione tardiva, ai sensi degli artt. 9 e 10 Legge sulla cittadinanza della Repubblica di Serbia (v. consolidata del 2018). Non potendo inoltre acquisire la cittadinanza italiana in assenza dei requisiti previsti dagli artt. 2 e 4 co. 2 della legge 91/1992, si è depositato in data 28/09/2022 il ricorso per l'accertamento dello status di apolide. A seguito dell'udienza del 22/05/2023, la 13a sezione civile del Tribunale di Napoli ha accolto  totalmente il ricorso, in data 25/06/2023. A partire da questo provvedimento, Anita ha quindi diritto ad un permesso di soggiorno, la cui richiesta è stata avanzata il 20/09/2023 e sarà ottemperata il 25.10. 2023, insieme ad un titolo di viaggio che potrà ottenere una volta ritirato il permesso di soggiorno. Tra 5 anni Anita potrà, finalmente, diventare cittadina italiana. SENTENZA

     Il permesso di soggiorni di Anita è stato ritirato in data 8 febbraio 2024

  • Il caso delle tre bambine: si tratta di tre bambine apolidi che vivono insieme ai genitori nell'insediamento rom di Scampia e che presentano problemi di salute (ipoacusia, celiachia, soffio al cuore). Per poter fornire loro tutela legale in senso ampio è necessario innanzitutto chiarire la posizione giuridica dei genitori. Consultato il Consolato Serbo, a Roma, probabilmente entrambi i genitori risultano cittadini serbi, tuttavia data l'esistenza di  casi di omonimie, occorrono dati certi sul luogo di nascita (non ancora chiarito per il padre) e i nomi dei genitori per poter procedere correttamente alla loro individuazione. Trattandosi di persone giunte in Italia da piccolissimi, con genitori deceduti o con cui non hanno più contatti, risulta particolarmente problematico poter reperire informazioni certe.

    Attualmente dai riscontri dell'ambasciata emerge che la sola madre delle tre bambine risulta cittadina serba, dunque sarà necessario recarsi all'ambasciata per fare richiesta di passaporto e successivamente richiedere il permesso il soggiorno. Mentre il padre non risulta cittadino serbo e si procederà per la richiesta del riconoscimento dello status di apolide.

  • Il caso di Carlo: giovane rom nato e residente in Italia e padre di una bimba e di un bimbo avute con compagne differenti. Ha commesso dei reati per i quali era soggetto ad obbligo di firma. Non ha mai avuto un passaporto, ma era iscritto su quello serbo della madre, ormai scaduto. Consultata la rappresentanza consolare serba sita in Roma, non risulta iscritto nel registro dei cittadini serbi, motivo per cui si procederà con la predisposizione del ricorso per l'accertamento dello status di apolide.

    Il ricorso è stato depositato il giorno 27 febbraio 2024 nel quale è stato richiesto per Carlo il riconoscimento dello status di apolide ed il riconoscimento della cittadinanza per il figlio nato in italia in conformità con la L 91/92 ex art 1 comma 1 lett.B. Il giorno successivo tramite pec è stato designato il nome del giudice che tratterà la causa.

  • Il caso di Daniela: nata e vissuta sempre in Italia, madre di due bimbe e compagna di Ernesto, ha frequentato l'Istituto Alpi-Levi di Scampia e non ha mai lasciato l'Italia. I nonni sono serbi e vivono a Rovigo, in Veneto; la madre invece è in possesso di un certificato dell'ambasciata della Macedonia del Nord che accerta la sua assenza dai registri dei cittadini macedoni. Non è mai entrata in contatto con le autorità italiane. Non ha precedenti penali e non è mai stata foto-segnalata. I suoi genitori hanno dichiarato la sua presenza in Italia, probabilmente in occasione di un censimento. Potendo quindi agevolmente reperire i documenti con cui è attestata la sua presenza in Italia e avendo escluso l'iscrizione al registro dei cittadini serbi, per lei si prospetta la possibilità di chiedere la cittadinanza italiana.

    Daniela non risulta iscritta nel registro dei cittadini Serbi, dunque si è proceduto alla stesura del ricorso per il riconoscimento dello status di apolide depositato in data 8 marzo 2024 e siamo in attesa del risultato.

  • Il caso di Ernesto: nato in Italia è compagno di Daniela, con cui ha due bambine. I genitori, entrambi deceduti, erano serbi. Contattato il Consolato di serbia, non risulta iscritto nel registro dei cittadini serbi, per cui si procederà con la predisposizione del ricorso per l'accertamento dello status di apolide.

  • Il caso di Francesca: si tratta di una giovane donna rom con tre figli, nata a Roma da madre macedone e padre presumibilmente serbo. Fino al 2007 è vissuta  a Latina dove ha frequentato le scuole elementari a Terracina, poi si è trasferita a Napoli. È stata detenuta prima a Pozzuoli e poi all'ICAM di Lauro (AV), dove ha imparato a cucire e a cucinare; ha intrapreso un percorso con uno psicologo. Trattandosi di un caso preso in carico di recente, in quanto il colloquio si è svolto il 25/09/2023, le attività da compiere sono:

    la rettifica degli estratti degli atti di nascita dei figli in quanto c'è discordanza tra il suo nome rispetto al suo estratto per riassunto;

    Fissare appuntamento al consolato di Macedonia  e Serbia per verificare se risulta iscritta nel registro dei cittadini; 

    Ottenere CUI e, in un momento successivo, chiedere accesso per risalire ai rilievi foto-dattiloscopici.

 

Altri progetti realizzati nel 2023

il progetto "Educazione clinico-legale ed ambientale:dall'insediamento rom di Scampia alla città"è stato ideato nell'anno accademico 2022-2023 (II semestre) dalle Prof.ssa Flora Di Donato e Giuliana Di Fiore, titolare della cattedra di "Diritto dell'urbanistica e dell'ambiente" presso il Dipartimento di Giurisprudenza. Articolato in un modulo di educazione ambientale rivolto ai bambini dell'istituto comprensivo Alpi-Levi di Scampia, il progetto è stato finalizzato ad insegnare ai bambini (rom e non) come si possano riciclare rifiuti trasformandoli, cosi' sensibilizzandoli alla salvaguardia dell'ambiente;

  • Tale modulo clinico ha prodotto inoltre la redazione di una lettera rivolta alla prefettura di Napoli, proponendo la creazione di un tavolo politico allo scopo di ascoltare la voce dei membri della comunità rom di Scampia rispetto alla tematica ambientale;
  • Inoltre è stata realizzata una video-intervista, sponsorizzata da UNHCR, volta a divulgare le storie dei membri della comunità rom di Scampia e a fare conoscere le attività della statelessnesslegal clinic.

In tutte queste iniziative la clinica si è avvalsa della collaborazione della mediatrice culturale rom, Rumyana Veselinova che, su mandato di UNHCR, ha avuto un ruolo fondamentale nelle comunicazioni con i membri della comunità rom di Scampia.

Si veda il Video Appartenenza negata - Cliniche Legali nel percorso di identità degli apolidi - realizzato da UNHCR in collaborazione con il programma Integra : https://www.programmaintegra.it/attivita/area-inclusione-sociale/slc-statelessness-legal-clinics-strengthening-legal-education-and-practice-on-statelessness/


Convenzioni

Al fine di raggiungere gli obiettivi di formazione e di ricerca-azione sopra descritti sono state stipulate convenzioni con istituzioni pubbliche e private:

1. Convenzione con la Corte di Appello di Napoli

La finalità della Convenzione, a firma del Presidente della sezione famiglia e stranieri, dott. Antonio Di Marco, è quella di permettere agli studenti del corso di Formazione clinico-legale di fare degli stage curriculari presso l'ufficio del magistrato coadiuvandolo nella soluzione di casi (indagini investigative con approfondimento delle situazioni relative ai Paesi di origine dei richiedenti asilo; preparazione e gestione di udienze). Schematicamente, l'attività di collaborazione con la Corte d'Appello ha i seguenti obiettivi:

  • L'agevolazione dell'attività dell'organo giudicante sia nella fase di studio del caso, sia in quella di preparazione e gestione dell'udienza;
  • la successiva creazione di un dispositivo di supporto per i richiedenti asilo nelle fasi in cui è chiamato ad autorappresentarsi (audizioni nelle fasi amministrative e giurisdizionali); 
  •  la redazione di un massimario delle sentenze della Corte di Appello in materia di protezione internazionale.

esempio di  sentenza della Corte d'Appello redatta con la collaborazione del team APPCLIN

2. Convenzione con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite (UNHCR)

Vedi scheda relazione

Tale Convenzione che stabilisce un partenariato con le cliniche legali dell'Università Roma Tre e l'International University College di Torino è funzionale alla realizzazione del progetto "Statelessness legal clinics" (LINK) i cui obiettivi sono:·      

  • Fornire supporto a persone apolidi o a rischio apolidia al fine di garantire loro protezione e accesso a diritti e servizi;·      
  • Favorire la ricerca e la conoscenza delle tematiche relative al fenomeno dell'apolidia;·      
  • Sviluppare lo studio clinico-legale, favorendo la partecipazione degli studenti di IUC e dei Dipartimenti di Giurisprudenza;·      
  • Promuovere la formazione degli studenti e degli operatori del settore; il rafforzamento di una rete di accademici esperti in materia di apolidia; lo scambio di buone prassi relative alla risoluzione di casi di apolidia.

Al fine di raggiungere gli obiettivi menzionati, sono state previste le seguenti attività che coinvolgono direttamente gli studenti:·      

  • Attivazione di percorsi di formazione di teoria e pratica sui diritti delle persone apolidi e sulla loro assistenza con la partecipazione dello staff dell'UNHCR – MCO Italy;·      
  • Produzione, con la collaborazione dello staff dell'UNHCR – MCO Italy, di materiale informativo sulle attività del progetto e sul sistema italiano di tutela dell'apolide;·      
  • Possibile partecipazione alle diverse attività del progetto di avvocati esperti del settore;·      
  • Analisi di casi individuali ed elaborazione di strategie processuali rivolte alla loro risoluzione e/o redazione di pareri (anche eventualmente in collaborazione con organi giurisdizionali);·    
  • Conduzione di approfondimenti tematici rilevanti in tema di tutela delle persone apolidi nel contesto italiano.

Tra gli obiettivi realizzati si vedano:

3. Convenzione con la Commissione territoriale di Salerno (sez. Napoli) per il riconoscimento della protezione internazionale

La Convenzione a firma della dott.ssa Stefania Rodà, viceprefetto di Napoli, consente ai ricercatori del team APPCLIN e agli studenti di assistere alle audizioni della Commissione Territoriale allo scopo di comprendere come viene intervistato un richiedente asilo; quali sono i principali ostacoli nell'ascolto e nella valutazione della storia; quali le tecniche di interviste impiegate dalla Commissione. La Commissione ha reso possibile l'acquisizione di dati relativi al progetto APPCLIN (v. sotto).

 

4. Convenzione con la Comunità di Sant'Egidio

La Convenzione con la Comunità di Sant'Egidio è orientata all'istituzione di Corsi di formazione in materia di diritti umani in collegamento con l'insegnamento di Formazione clinico-legale. In particolare è in fase di avviamento il "Teoria e pratica dei diritti umani per la mediazione interculturale" i",  che si terrà nell'a.a. 2023-2024, a partire da gennaio. Il Corso, co-gestito insieme al Dipartimento di Scienze Politiche (prof. Francesco Dandolo), ed aperto a diplomati di scuola secondaria superiore, senza limiti di età e di provenienza geografica, che intendano conseguire una formazione professionale nel campo della mediazione interculturale.

 

5. Convenzione con il Consorzio Universitario l'Altro Diritto (ADIR), Centro di Ricerca interuniversitario su carcere, devianza, marginalità e governo della migrazione", avente le seguenti finalità:

  • a) Sviluppare, promuovere e coordinare studi e progetti di ricerca, anche internazionali, nel campo:
  1. della sociologia della pena;
  2. della sociologia della devianza;
  3. della sociologia della marginalità;
  4. della sociologia delle migrazioni;
  5. delle politiche penali;
  6. del governo della marginalità;
  7. del governo delle migrazioni;
  8. dei fenomeni discriminatori e delle relative strategie di contrasto;
  9. dei diritti delle persone private della libertà;
  10. del governo delle società multiculturali.   
  • b) Promuovere e coordinare law clinics sugli stessi temi.   
  • c) Promuovere l'istituzione e l'attivazione di corsi post‐laurea di perfezionamento, master e dottorato (anche internazionali) sugli stessi temi.

 

6. Convenzione con Studi Legali. Le attività della clinica legale beneficiano della collaborazione con lo Studio Legale Migliaccio  consentendo agli studenti di:

 - redigere ricorsi per cause di riconoscimento di protezione internazionale in Tribunale o per Cassazione;

 - simulare interviste a clienti chiamati a ricostruite il proprio percorso dinanzi alla Commissione Territoriale;

 - analizzare un fascicolo legale ;

 - redigere una procura.

 

7.  Convenzione con il programma Justrom

Creato per garantire l'accesso alla giustizia delle donne rom, finanziato dal Consiglio d'Europa. Il programma Justrom ha la finalità di lottare contro gli stereotipi legati da sempre alle minorità rom, con particolare attenzione alle donne vittime di violenza e discriminazione favorendone l'accesso alla giustizia. Moduli formativi sono stati ospitati all'interno del corso di formazione clinico-legale  con un duplice scopo:

  1. assistere i professionisti dei settori interessati e gli studenti a comprendere le molteplici implicazioni in materia di protezione dei diritti umani che sono alla base della vita quotidiana di ogni essere umano, oltre ad evidenziarne l'importanza nell'accesso a beni e servizi in materia di diritti umani a livello locale, in linea con gli standard internazionali e nazionali in materia di diritti umani;
  2. assistere gli esponenti del settore accademico e delle Istituzioni di istruzione superiore nel comprendere come le questioni legate all'effettivo godimento dei diritti umani da parte di una tale minoranza, intesa come singoli o come collettività, da un punto di vista del diritto internazionale e regionale, abbia un impatto a livello nazionale. 

Un primo risultato di questa collaborazione è la realizzazione di un video dal titolo "WAYS TO EMPOWER" (Italia) . Videos for the International Women's Day - Roma and Travellers (coe.int) realizzato dal regista Angelo Cretella con la collaborazione di studenti del corso di formazione clinico-legale II, esponenti della comunità rom di Scampia e delle istituzioni locali con la finalità di raccontare storie positive di inclusione e best practices nel territorio campano

Un secondo risultato è stato la creazione di un seminario ad hoc sul tema dell'accesso alla giustizia delle donne rom tenuto dalla docente Flora Di Donato, come da convenzione con il Consiglio d'Europa, il 16,17 e 18 febbraio 2022. Lo scopo del seminario è stato di testare un Syllabus creato dagli studenti Elsa, sotto la supervisione di docenti di diversa estrazione su mandato del Consiglio d'Europa.  

8. Convenzione con Laici Terzo Mondo e Dedalus. Tra le attività svolte all'interno degli insegnamenti di Formazione clinico legale, si registrano le convenzioni con alcune ONG napoletane, attive in materia di protezione internazionale. In particolare, risultano attive due convenzioni con la ONG Laici Terzo Mondo e con la coop sociale DEDALUS, stipulate dal Dipartimento di Giurisprudenza (proff. Flora Di Donato e Francesca Scamardella). Tali Convenzioni consentono agli studenti di entrare in contatto con i richiedenti asilo e gli operatori del settore assistendo alle procedure di ricostruzione delle storie, che è prodromica alle audizioni dinanzi alle Commissioni Territoriali chiamate a vagliare questi casi.


Progetti

APPCLIN: Un approccio clinico e narrativo per supportare i richiedenti asilo nelle procedure per il riconoscimento della protezione internazionale

 

Il progetto si inserisce nella linea dei finanziamenti per la ricerca di ateneo (FRA-Linea A) per il biennio 2020-2022 : responsabile prof. Flora Di Donato, co-richiedenti: proff. F. Palombino e D. De Sanctis. La ricerca si concentra in particolare sulla posizione del richiedente asilo all'interno del procedimento per il riconoscimento della protezione internazionale. Essa prevede una parte dedicata all'analisi giuridica al fine di identificare eventuali lacune all'interno del nostro ordinamento (è nota l'assenza di unità COI in Italia che possano fornire notizie adeguatamente calibrate sulla specificità dei casi ai fini delle decisioni giudiziarie). D'altra parte, l'analisi casistica, realizzata in collaborazione con organismi decisionali locali, è finalizzata ad entrare nel vivo di procedimenti decisionali complessi di cui la Corte di Appello, per esempio, in virtu' del già menzionato protocollo stipulato col Dipartimento di Giurisprudenza, rende partecipi i membri del team APPCLIN, non solo nella fase delle indagini ma anche nella fase di ri-costruzione della storia ed audizione del richiedente asilo. Il progetto assolve in questo modo anche ad una finalità di ricerca-azione perché il gruppo di ricerca, oltre ad analizzare il caso ed accedere ai provvedimenti, collabora con i magistrati alla preparazione delle udienze, predisponendo modalità di intervista che favoriscano le possibilità espressive di persone che provengono da contesti socio-culturali disparati. Conducono un'attività di costante aggiornamento sulle informazioni relative ai Paesi di origine (cd. COI), coadiuvando i giudici nell'espletamento dei poteri istruttori. La finalità ultima del progetto consiste nel creare un dispositivo collaborativo che supporti il richiedente asilo nel corso del procedimento aiutandolo nella comprensione del quadro procedurale-legale oltre che nel suo orientamento ai fini delle audizioni (commissione territoriale, udienza col magistrato),  nelle fasi in cui deve autorappresentarsi e che possa valere, riadattato ai casi specifici, come modello per supportare altri tipi di vulnerabilità, per esempio gli apolidi o i disabili. (LINK)

  • ASSEGNISTA DI RICERCA: dott. Alessandro Campo

 

Progetto "Approccio clinico-legale e tecnologie abilitanti per una vita indipendente delle persone con disabilità"

PON_INN_RTDA 2021-2024: responsabile prof. Flora Di Donato

Questo progetto, finanziato da gennaio 2022, si concentra sulla possibilità di rendere effettivo il diritto del paziente disabile ad una "vita indipendente", secondo l'Art. 19 CRPD che riconosce il diritto del disabile a scegliere l'abitazione e il luogo di lavoro, introducendo una riforma sistemica di portata pari a quella della legge Basaglia. Esso si articola in due assi di ricerca. Il primo mira ad analizzare lo stato dei diritti delle persone con disabilità, tramite una mappatura casistica del disagio. Il secondo asse di ricerca interdisciplinare adotta, da un lato, un approccio relazionale che integra l'uso della robotica nel rapporto con il disabile; dall'altro, muovendo dall'analisi di casi precedentemente individuati e dall'identificazione di soluzioni di problemi, misurabili quantitativamente, attraverso la logica predittiva propria dell'Intelligenza artificiale, si concentra sulle trasformazioni della soggettività giuridica (capacità, amministrazione di sostegno) e sull'attribuzione di funzioni ad enti artificiali. In tal modo, il progetto intende favorire l'inclusione sociale dei disabili -resa ancor più problematica dall'emergenza Covid 19- attraverso l'introduzione di nuovi paradigmi giuridici sperimentabili su casi concreti e la creazione di nuove figure professionali formate all'uso delle tecnologie abilitanti.